Il sito web originale mi è stato hackerato diversi anni fa, ora mi appresto a ricorstruire il racconto di viaggio basandomi sui ricordi e sulle foto, magari non sarà preciso come gli altri ma sono fiducioso che si discosterà di poco dalla realtà. Ora la Siria per la guerra che dura ormai da anni è irraggiungibile, posso dirvi solo 2 cose, Aleppo era secondo me la più bella città del medio oriente (non includo Gerusalemme in quanto non ho ancora visitato Israele), e Palmyra spettacolare, seconda solamente a Petra. |
L'idea mi venne a primavera del 2008, in auto con le mie figlie avevo già girato quasi tutta la Turchia e Palmyra è sempre stata un mio pallino, poi per cercare di coinvolgere mia moglie Mirella (cosa che poi si rivelerà vana) nei miei viaggi mi sembrava l'ideale: io mi sciroppavo gli oltre 2.000 kilometri per arrivare ad Adana dove lei mi ravrebbe raggiunto in aereo. Avere il visto dall'ambasciata di Roma fu già un successo. |
Documenti Necessari
- Passaporto valido per almeno 6 mesi
- Visto per la Siria rilasciato dall'ambasciata di Roma
- Assicurazione personale (io uso la Globy)
- Assicurazione moto da fare in frontiera
- In entrata ed in uscita fanno pagare una tassa
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Giorni 1-2 14-15 luglio Russi - Ancona - Igoumenitsa - Istanbul km. 1.150
Imbarco ad Ancona alle 13,30 con il solito super economico passaggio ponte, è caldo sul traghetto ci si abbronza anche un pò, la sera si fa un pò di baracca con altri motociclisti che vanno in Grecia. La mattina subito in sella, la Egnatia Odos ha ancora qualche tratto incompleto ma devo essere ad Istanbul entro sera. Alle 16,30 sono in frontiera, ora che la Turchia vuole avvicinarsi all'occidente, le pratiche di ingresso sono velocissime, la strada in Turchia la conosco orai benissimo avendola fatta 3/4 volte in auto. Arrivo ad Istanbul quando è già buio, le foto al Ponte di Galata le farò al ritorno. Raggiungo l'And Hotel ora in piena ristrutturazione, una cena veloce poi passeggio nel parco fra Hagia Sophia e Mosche Blu fino a notte fonda, il parco ha nuove fontane illuminate che rende il luogo, se possibile, ancora più bello. Per la prima volta, in solitaria, ho fatto 1000 km in un giorno, la tecnica di guida non è ancora soddisfacente, la moto troppo pesante per l'eccessivo bagaglio, ma con prudenza si va. Sono veramente soddisfatto.
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Giorni 3-4 16-17 luglio Istanbul - Ankara - Kirkaoglu km. 1.150
Parto di buon mattino, metà pomeriggio del 17 arriverà Mirella con l'aereo ad Adana, e mancano circa 1000 km alla meta. Da Istanbul an Ankara scelgo l'autostrada anzichè la bellissima superstrada panoramica, arrivo al ring di Ankara a metà pomeriggio, lo attraverso e scendo in direzione Aksaray-Adana, poi verso sera mi fermo in un motel lungo la strada: ha un ristorante self service fornitissimo, il tutto a prezzi "turchi", ricordo che il pernotto, cena e colazione 25 euro. La mattina dopo faccio una piccola sosta al Tuz Golu prima di Aksaray, poi dirigo deciso verso sud, la superstrada fino ad Adana è perfetta, un biliardo. Raggiungo l'aereoporto, sono in anticipo di 30 minuti, arriva Mirella, sistemiamo il piccolo bagaglio che aveva e decidiamo di proseguire finchè c'è luce verso il confine Siriano, passiamo oltre il polo industriale di Alessandretta e ci fermiamo in un piccolo paese prima della frontiera, Kirkaoglu guidare in 2 con la moto carica è faticosissimo, sono un pò preoccupato a naturalmente ostento tranquillità. La sera la passiamo a girovagare per il mercato permamente di questa cittadina, e che sia raramente battuta dal turismo si nota dall'incredibile accoglienza che ci riservano un pò tutti.
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Giorno 5 18 luglio Kirkaoglu - Aleppo km. 90
Uscire dalla Turchia è uno scherzo confrontato conquello che ci aspetta in Siria, ma procediamo per gradi. Usciti dalla Turchia ci si trova attraverso qualche kilometro di "terra di nessuno" in mezzo alle rocce con qualche carcassa di auto sbruciacchiata, solo dopo vedi il cartello "welcome to Siria". Arriviamo al check point, siamo quasi solo noi, viene da pensare... che ci faccio qua? Controllo passaporti (il primo) ci fanno segno di andare avanti e ci viene consegnato un modulo in arabo incomprensibile, parcheggiamo davanti all'ufficio, entro a chiedere spiegazioni che non mi danno, all'uscita arrivano... 20 dollari per compilare il modulo personale e per il successivo "custom", tratto e va per 10. Con il modulo compilato vado all'ufficio lo accettano, mi danno quello delle merci e un'altro per cabiare valuta (obbligatorio farlo in frontiera), intanto che l'uomo dei 10 dollari ci compila il modulo "custom" vado in banca con 200 dollari, il taglio minimo, il funzionario prova a fregarmi sul cambio ma protesto con l'impiegata e con estrema disinvoltura (azz questo se ne è accorto!) mi rettificano il controvalore. Vado con la moto al settore custom, aprono tutte le valigie con fare marziale poi ci danno il tagliando per uscire dopo l'ennesimo controllo passaporti, morale senza nessuno davanti 2 ore e mezza per passare. Procediamo per Aleppo, troviamo un'albergo in centro ma l'aria condizionata non funziona, qualcuno ce ne indica un'altro: il Beit Salahlieh, splendido, vicino alla cittadella e moto nella corte interna. Pomeriggio libero... la Grande Moschea, oltre che luogo di preghiera è un vero e proprio ritrovo per famiglie, l'estrema cordialità della gente ci porta a familiarizzare con qualcuno ma dopo poco intervengono le invisibili guardie in borghese, le persone ne hanno timore e si allontanano da noi scusandosi. Ci trasferiamo al mercato e poi al Bazaar giungendo finalmente alla meravigliosa Cittadella, il cuore pulsante della città, ceniamo in un ristorante proprio adiacente alla porta di accesso, la serata è caldissima, il cibo ottimo e il luogo indimenticabile. Decidiamo che la mattina dopopartiremo per il nostro tour, poi ci fermeremo anche al ritorno.
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Giorno 8 19 luglio Aleppo - Damasco km. 380
Non avendo molta esperienza di percorribilità, il piano è di arrivare oggi a Damasco, poi ottimizzare il ritorno in base al tempo a disposizione. Scattiamo qualche foto con l'Ammiraglia davanti alla Cittadella poi prendiamo la M5 che passando per Homs, il centro industriale siriano, arriva a Damasco. Nonostante in quel tempo si viaggiasse solo con giubbotto e casco, senza protezioni pantaloni da moto ecc... (che incosciente) Il caldo si faceva sentire alla grande, secco ma sempre oltre i 40, ogni 100 km ci si fermava a rinfrescarsi, si, roba da pivelli, ora mi farebbe inorridire,ci prendiamo anche un'ora di relax sotto le Norie di Hama. La strada in ogni caso è perfetta, la benzina solo rossa ma la T.A. "mastica di tutto", la guida della Lonely Planet dice che è meglio alloggiare subito fuori dal centro poi prendere gli economicissimi taxi e così facciamo. La sera la trascorriamo nella città vecchia, vero centro turistico di Damasco, chiedo al taxista il miglior ristorante della città vecchia, lui ci dice ok e ci condute in una meravigliosa Casa Damascena con un fantastico giardino interno adibito a ristorante, tutta gente "in tiro" ma lo eravamo anche noi e porca miseria, facevamo la nostra figura! Anche il personale parlava inglese e questo ci facilitò molto la scelta del menù, ottima carne alla brace con vino rosso, quest'ultimo da dimenticare.
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Giorno 9 20 luglio Damasco
Dedichiamo tutta la giornata alla capitale della Siria, non è affascinante come Aleppo ma la città vecchia ha il suo perchè. Iniziamo dal bazaar, immenso e con tutta la varietà di merce possibile, si tratta del tipico mercato arabo diviso per settori ma uno dei più grandi che abbia mai visto, con l'esclusione del Gran Bazaar di Istanbul naturalmente, anche qui vedo degli oggetti made in China... Il bazaar di Damasco ha una via principale coperta da una struttura curva di ferro, poi si dirama in dedalo di contrade laterali, ci si potrebbe anche perdere. Proseguiamo per la casa Damascena, quella che la guida indica come la pù bella: queste dimore di lusso sono case appartenute a nobili o in ogni caso a persone importanti, tutte con una corte interna e diverse stanze, molte sono state convertite in alberghi, di lusso e non. Il caldo è opprimente e prendiamo una sosta per 2 granite... che si rileveranno fatali! Rimane la Moschea degli Omayyadi, è immensa e sontuosa con 600metri di porticato e l'ennesima reliquia di San Giovanni Battista! Data la moltitudine delle reliquie del Battista, ormai penso che la maggioranza siano dei falsi, oppure che i Giovanni Battista siano stati non solo uno. Anche questa sera in un ristorante chic Damasco e mentre si cena ipotizziamo una "piccola deviazione": Petra. La sera trascorre splendidamente ma la notte NO: siamo prede della granita pomeridiana che causa un "cagaglio" continuo, notte d'inferno imbottiti di imodium... Petra adieu!
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Giorno 10 21 luglio Damasco - Maaloula Km 80
Nel primo pomeriggio la cosa sembra migliorare e decidiamo dipartire, non per Petra ma per Maalula dove resiste una delle poche comunità cristiane della Siria, intorno al monastero di Santa Tecla. Fra uscire da Damasco ed arrivare, senza fretta ci si impiegano 2 ore, ci imbottiamo di imodium e partiamo, la guida segnala il Maaloula hotel, in splendada posizione panoramica che infatti vediamo appena arriviamo, Maaloula è un grazionso paese con alcune case azzurre aggrappate ad una roccia con il vetta l'hotel omonimo. Beh appena prese le camere, svanito l'effetto dell Imodium si riprende da capo, devo stare in camera fino al tardo pomeriggio. La sera finalmente sembra tutto passato, una cena leggera in hotel e qualche foto notturna al monastero, non è Petra per carità, ma passando da queste parti una visita non è affatto sprecata.
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Giorno 11 22 luglio Maaloula - Krak dei Cavalieri km. 180
Ora che siamo liberi nel corpo e nella mente, ci dedichiamo al monastero di Santa Tecla, si raggiunge da un piccolo siq scavato nella roccia, qualcuno è seduto lungo il percorso aspettando i pochi turisti, poi si entra nella cappella del monastero vero e proprio, naturalmente ci si abbevera all'acqua santa poi ci si ferma a parlare un pò con i pellegrini ed una ragazza, in cambio di un'offerta libera, se vuoi, ti dice un pezzo di messa in Aramaico: in Siria, non conoscendo ancora il turismo dimassa occidentale non vieni aggredito dai venditori ambulanti, chiedono una volta poi se va... bene, altrimenti salutano. Ci diamo una bella rinfrescata alla fonte del paese poi dirigiamo verso Homs per poi raggiungere il Krak dei Cavalieri, si tratta del più grande castello crociato, poteva contenere fino a 3.000 soldati. La costruzione è quasi tutta intatta, costruito su una piccola collina doveva essere proprio inespugnabile. Appena si entra ci si imbatte in un enorme tunnel da dove usciva la cavalleria, poi gli alloggi dei soldati. ai piani superiori gli alloggi "lussuosi" dei comandanti, dalla vetta domini tutta la zona circostante. Alloggiamo in un hotel con piscina vicino al castello, serata di relax, domani ci aspetta il clou del viaggio: Palmyra.
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Giorno 12 23 luglio Krak dei Cavalieri - Palmyra km. 220
Prendiamo le cose con calma, per raggiungere Palmyra si deve ritornare verso Homs poi dirigere ad est 150 sparati in mezzo al deserto. Lungo la strada, sferzata dal vento incontriamo qualche famiglia nomade e alcune costruzioni a forma di trullo, in tutto il piane ta sembra che siano solamente qui, ad Harran in Turchia e ad Alberobello, e gli storici non si danno ancora una spiegazione, forse è solo una casualità. Arriviamo ai piedi della collina che domina Palmyra nel tardo pomeriggio, nel vederci salire una folla di turisti stupiti si apre davanti all'Ammiraglia, avanziamo a passo d'uomo per assaporare fino in fondo il momento di gloria, è sicuramente il momento top del viaggio, naturalmente attendiamo il traonto che si preannuncia rosso fuoco. Lo Zenobia Cham Palace, in mezzo alle rovine è un buon posto per passare la notte, e così è, l'hotel è semivuoto, alla cena siamo solo noi, il salone panoramico esterno tutto in vetro è completamente vuoto, la sabbia portata dal fortissimo vento del deserto impedisce anche di stare fuori, ci dicono che le sere di luglio e agosto spesso è così. Ci ritiriamo, domattina alle 5 sveglia per assistere all'alba in mezzo ad uno dei luoghi più belli del mondo.
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Giorno 13 24 luglio Palmyra - Hama km. 220
Levataccia all'alba per scorazzare in moto in mezzo alle rovine di Palmyra, facendo la massima attenzione a non urtare nulla di antico. Usciamo alle 5, il vento del deserto si è calmato, l'aria è pulita, la giornata è splendida, La pria mezz'ora siamo veramente solo noi, poi iniziano ad arrivare i primi ambulanti e qualche bambino che corre in mezzo alle rovine. In sella alla T.A. mettole ruote su tutti i sentieri possibili, pantaloni corti e maglietta, sensazione straordinaria... poi ho anche il tempo di scattare una "foto-citazione" dei Predatori dell'Arca Perduta. Trascorriamo tutta la mattina inmezzo alle rovine a poi, il caldo inizia ad essere insopportabile e torniamo a rinfrescarci in hotel. Nel primo pomeriggio patiao in direzione Hama, la città ribelle: una roccaforte Sunnita da sempre in contrasto con il regime Alauita laicheggiante di Assad che nel 1982 si ribellò al regime, fu circondata con carri armati bombardata e quasi rasa al suolo, l'unica città della Siria senza una medina. Lungo il tragitto nessun problema, alloggiamo in un decoroso hotel del centro e trascorriamo una serata indimenticabile in un bellissimo ristorante rinfrescati e deliziati dal canto dalle famose Norie di Hama. Le Norie, ora sono solo un'attrazione turistica ma per secoli hanno provveduto a distribuire acqua ai giardini ed alle abitazioni di Hama.
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Giorno 14 25 luglio Hama - Aleppo km. 150
Decidiamo una piccola deviazione per le "città morte", si tratta di villaggi bizantini abbandomati fra l 800' e il 1000', vedendo il terreno completamente arido e pietroso si può intuire il perchè, qualche famiglia addetta alla pastorizia ci abita ancora. Il paesaggio è impressionante, si scorgono archidetture bizantine semidistrutte dal tempo ma quello che è in piedi, considerando l'abbandono è in un ottimo stato di conservazione, il sito è stato aggiunto alla lista Unesco patrimonio dell'umanità nel 2011. Riprendiamo la strada per Aleppo, sistemiamo moto e bagagli al Beit Salahieh ed usciamo a piedi attraversoil bellissimo quartiere residenziale, tutto in pietroni di arenaria, per visitare la Cittadella. Gli edifici medioevali in oriente sono tutti vuoti, ma merita per capire l 'architettura che ha un tipo di costruzione prettamente militare come questa, dalla vetta si gode la vista di tutta la città. Torniamo in camera per metterci in tiro e ceniamo inuno dei ristorante di fronte alla Cittadella, sfruttiamo tutta la sera rispondendo a decine di domande di siriani che vogliono sapere un sacco di cose dell'occidente e di cosa ne pensiamo di loro. Tornando in hotel non posso fare a meno di rimarcare la bellezza di questa zona sopratutto di notte, una luce fioca illumina i vicoli fra le muraglie di arenaria e rendono tutto ancora più affascinante, peccato che questo sia andato quasi completamente distrutto. Dieci minuti per controllare la T.A. rigorosamente parcheggiata nella hall dell'albergo, domani si ritorna in Turchia.
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Giorni 15-16 26-27 luglio Aleppo - Adana - Istanbul km. 1250
Riattraversiamo la frontiera, le pratiche sono un pò più veloci ma ci sono anche questa volta un paio di moduli da compilare e si paga la tassa di uscita. Un pò di pioggia ci sorprende alla periferia di Adana, in zona aereoporto dove alloggiamo non prima di aver visitato un ristorante dove servono solo fegato: io odio il fegato a la fame era tanta quindi... fegato sia. La mattina alle 9 lascio MIrella all'Aereoporto e proseguo deciso ad arrivare ad Istanbul in giornata, la strada la so ormai a memoria, e via gassss. Immancabile sosta al Tuz Golu poi ancora su, non prendo l'autostrada e mi godo tutta la panoramica, quando inizio a costeggiare il Mar di Marmara inizia il traffico che non mi abbandonerà fino al centro di Istanbul, ma senza passeggero e con il bagaglio ridotto è uno scherzo. Naturalmente foto al Ponte sul Bosforo e al Ponte di Galata, Il direttore dell'And hotel mi chiede come è andata la vacanza e parliamo un pò... scopro che nonha grande simpatia per Assad. La sera, indovinate un pò... ad oziare sulle panchine del parco fra Santa Sofia e Moschea Blu, mi ritiro presto, voglio partire di primo mattino, domani sembra che prenderò pioggia.
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Giorni 16-17-18 28-29-30 luglio Istanbul - Kalambaka - Igoumenitsa - Ancona - Casa km. 1250
Parto da Istanbul alle 9 in punto, subito fuori città un pò di pioggia, posso fare con calma, ho il traghetto il 29 sera. Mi fermerò alle Meteore che sono quasi per strada, tutto procede alla grande, passo la frontiera in poco più di mezz'ora, imbocco la Egnatia Odos, un violento acquazzone mi sorprende subito prima di salonicco poi sole e caldo torrido, dopo 20 km sono completamente asciutto. Dirigo verso Kalambaka, attraverso un paese con nidi di cicogne un pò ovunque, alloggio in una locanda con ristorante lungo la strada che porta alle Meteore. La mattina la dedico tutta alle Meteore, ero stato con Giulia e Ilaria, ma farle in moto è davvero emozionante. La Grande Meteora è chiusa, ne vedo un'altro paio, senza fretta, il traghetto ce l'ho alla sera alle 21,00. Arrivo al porto di Igoumenitsa in netto anticipo, faccio il check in poi prendo foto fino all'ora dell'imbarco, giusto per non annoiarsi troppo. Salito sul traghetto stendo il sacco a pelo in una posizione strategica e... inizia la noia, si il traghetto è una roba da incubo. Arriverò a casa il 30 nel primo pomeriggio, il giorno del mio compleanno.
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Le strade del tour
Tutto asfalto e tutte senza grosse insidie, qualche buca ma niente da segnalare. La Egnatia Odos che da Igoumenitsa porta al confine con la Turchia ora è completamente finita, le eree di servizio sono fuori dall'autostrada ma spesso visibili e ben segnalate. Guidare sulla tangenziale e nel centro di Istanbul è una roba assurda, mai vistoun traffico così intenso e caotico. In Turchia attenzione ailiiti di velocità. In Siria il traffico è scarso, anche nelle grandi città, non so se è stata sfortuna ma il vento laterale è spesso molto intenso, la benzina, spesso rossa si trova regolarmente.
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Abbigliamento consigliato
Stendiamo un velo pietoso in quanto non avevo ancora abbigliamento da "viaggiatore", posso solo dirvi che il caldo è stato esagerato, anche di sera, con l'esperienza di adesso consiglio magliette tecniche e abbigliamento traforato, oltre ad un leggero antipioggia, sempre indispensabile.
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Highlights & Lowlights
Su tutto due cose; Palmyra ed Aleppo. Le rovine di Palmyra, ora semidistrutte dalla follia dell'Isis, erano una cosa straordinaria, l'alba e il tramonto dalla collina della cittadella sono visioni che riempiono gli occhi, il sito non era tenuto come quelli occidentali e forse questa caratteristica le conferiva quella unicità in un certo qual modo affascinante. Il centro di Aleppo, in particolare la zona della Cittadella e il quartiere residenziale in pietra arenaria, beh, sono fra le cose più belle che ho visto in Medio Oriente. Damasco, tolto il quartiere turistico non è indimenticabile, alla periferia poi è pieno di industrie. Una piccola chicca il monastero di Maalula. Di Istanbul inutile parlarne, dal ponte di Galata a Sulthanamet, a mio parere è una delle città più belle al mondo.
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