Documenti necessari
- Passaporto valido per almeno 6 mesi
- assicurazione personale (io faccio la Globy)
- Patente di guida Italiana
- Fotocopia di tutti i documenti copreso il libretto della moto
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Giorni 1-2 5/6 settembre Ravenna - Ancona Km. 150 Igoumenitsa - Istanbul km. 980
Partiamo alle 10 del mattino, alle 10,30 vediamo per la prima volta dal vivo Simone a Cesena Nord quindi procediamo per Ancona dove arriviamo a mezzogiorno circa. Facciamo benzina poi il cjheck in per i biglietti, si sale alle 13.30, muniti di sacchi a pelo occupiamo alcune posizioni strategiche sul ponte poi cerchiamo di trascorrere al meglio il nostro tempo fra birre, gyros e studiando nei minimi particolari il percorso che ci aspetta. Simone è un tipo a posto. Sono riuscito a dormire abbastanza bene... non so gli altri. Alla mattina alle 7 sbarchiamo e prendiamo la Egnatia Odos che ci condurrà fino al confine conla Turchia. Il morale è alle stelle, viaggiamo spediti, l'unico inghippo è che per fare benzina si deve uscire dall'autostrada e nel tratto Joannina-Grevena scarseggia. Il tempo è fantastico, alle 16 siamo già in Turchia e dopo la foto di rito appena passato il confine procediamo verso Istanbul. Per raggiungere l And Hotel con ristorante panoramico di fronte a Santa Sofia bisogna prendere l'ultima uscita "Sirkeci" prima del ponte sul Bosforo. Giunti ad Istanbul ci rendiamo conto che il traffico è infernale e tutti vanno dove vogliono... beh arrivo alla tangenziale alle 18,15 e per fare i 12 km che ci separano dal Ponte di Galata impieghiamo oltre 2 ore, il tutto è ampiamente ripagato dalla vista che si apre davanti a noi appena scorgiamo il Galata... si arrivare ad Istanbul all'ora blu è unico ed irripetibile. La sera relax e qualche foto dal ristorante panoramico, la vista è veramente top, Santa Sofia e Moschea Blu come panorama... cosa vuoi di più?
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Giorno 3 7 settembre Istanbul
Istanbul per me è una delle 5 città più belle al mondo quindi dedichiamo l'intera giornata alla parte storica. Iniziamo da Sulthanamet, La Moschea Blu, meraviglia dell'architettura ottomana e l'unica moschea antica con 6 minareti. Il nome di moschea blu deriva dalle maioliche di colore azzurro che la ornano all'interno, le cupole sono qualcosa di straordinario. Uscendo dalla Moschea Blu vedi Santa Sofia, originariamente una chiesa bizantina poi trasformata in moschea ed ora in museo. Queste sue vicissitudini le danno delle caratteristiche uniche al mondo, facendone uno dei monumenti più belli dell'intero pianeta. Prima però è doverosa la visita alla Cisterna della Basilica un colonnato sotterraneo molto suggestivo (dalla quale 007 fuggi con il lector raggiungendo incredibilmente la stazione in barca! Dalla Russia con Amore n.d.r.) La cisterna costruita dall'imperatore Giustiniano fungeva da serbatoio d'acqua e intorno agli anni 70 fu restaurata e resa molto suggestiva, insomma mezz'ora spesa benissimo. E' il momento clou, entriamo in Hagia Sophia, la costruzione è grandiosa e dell'interno ne apprezzi ancora di più la magnificenza. I 2 piani ora sono perfettamente agibili, dopo quasi 30 anni di restauri. Qui, sul lato sinistro l'agente della Spectre Grant, uccide l'uomo dei servizi segreti bulgari in una memorabile scena di 007 Dalla Russia con Amore... n.d.r. Insomma, vedere gli stili Bizantini ed Ottomani fondersi fra loro è uno spettacolo e la magnificenza della costruzione fa il resto. Proseguiamo la giornata con una capatina al Gran Bazar, ormai la parte interessante è quella centrale, la storica, il resto ha perso le sue caratteristiche originarie. Apettiamo il traonto alla Torre di Galata poi serata fotografica nel parco fra Moschea Blu e Santa Sofia, con fontane luminose e tanta vita.
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Giorno 4 8 settembre Istanbul - Amasya km. 700
Il direttore dell'Hotel ci consiglia di passare per Amasya, quindi un pò più a nord del previsto, bella cittadina di montagna e strade scorrevoli. Una levataccia, alle 8,30 abbiamo già superato il ponte sul Bosforo ed entriamo ufficialmente in Asia, il trasferimento è senza problemi, usciamo dall'autostrada a Gerede e dirigiamo su Amasya dove arriviamo nel tardo pomeriggio. Nella parte finale del viaggio non ricordo bene come venne il discorso ma si decise per "il primo albergo a sinistra" e così fu! Una camerata non proprio pulitissima, senza balcone con 4 brande e un bagno al limite dell'agibile, perchè il balcone è importante per i motociclisti? per mettere gli stivali, infatti di li a 15 minuti sembrava di stare in una camera a gas. Prendiamo tutto con estrema sportività ed allegria, la sera dopo cena si cazzeggia per il "lungofiume" che identifica il centro della città. Amasya è davvero una buona sosta (evitando il nostro hotel) il centro è attraversato da un torrente, da una parte la città e dall'altra qualche ristorante sul fiume e la montagna con qualche gioco di luce.
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Giorno 5 9 settembre Amasya - Kars km.800
Oggi attraversiamo tutta l'Anatolia centro-orientale fino ai confini con l'Armenia. Non azzardiamo a chiedere la colazione in hotel e ci fermiamo in un locale dopo pochi kilometri dopo lungo la strada. I paesaggi sono stupendi, le vallate e i fiumi si alternano a montagne color ocra. A Erzincan attraversiamo l'Eufrate, uno dei due fiumi mesopotamici culla della civiltà, queste cose mi emozionano, da appassionato di storia penso all'importanza di questo fiume per le popolazioni antiche, a cosa ha rapprresentato per loro, il tipo di vita che conducevano ecc... Lasciamo Erzurum ormai al tramonto e la notte cala mentre attraversiamo i boschi prima di Kars, l'Anatolia è un'altopiano fra i 1000 e i 1800 metri con passi verso i 2500 e la notte fa un freddo cane. Gli ultimi 100 kilometri sono tutti al buio in una strada sconosciuta circondati da montagne nerissime, io e Oscar davanti in coppia con gli abbaglianti accesi per vedere eventuali insidie dell'asfalto. Proseguiamo così fino alle 22 quando intravediamo le luci della città di Kars, siamo ormai ai confini con l'Armenia, un ragazzo incontrato ci consiglia un buon hotel, anche questa è fatta. Vista l'ora elemosiniamo qualcosa da mangiare, naturalmente i discorsi sono tutti sulla grande giornata da biker trascorsa, i paesaggi, il freddo... e anche un pò di paura poi la soddisfazione di avercela fatta: anche queste sono quelle sensazioni che rendono un viaggio indimenticabile. Finita l'adrenalina che avevamo in corpo ci fiondiamo in camera, domani ci sarà da scarpinare parecchio.
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Giorno 6 10 settembre Kars - Ani - Kars - Dogubayazit km. 290
Altra levataccia, alle 8 abbiamo già fatto colazione e partiamo per Ani, l'antica capitale del regno Armeno, ebbe il massimo splendore fra il 1000 e il 1200 poi iniziò un lento declino fino all'abbandono completo fra il 1600 e il 1700, i terremoti poi hanno fatto il resto. Ci troviamo sul confine armeno, vediamo anche alcuni militari che presidiano il confine, l'ingresso al sito è vicino ai resti delle antiche mura, non c'è nessuno, chiedo il permesso di entrare con le moto ma niente da fare. Il luogo è stupendo ed emozionante, un altopiano erboso ondulato interrotto da ruderi che sembrano messi li per caso, niente fa pensare che qui ci fosse una delle città più importanti sulla via della seta e capitale del regno Armeno. Il silenzio è interrotto solamente da qualche folata di vento e dai click delle nostre macchine fotografiche, girovaghiamo per tutta la mattinata in uno dei luoghi più incredibilmente affascinanti che abbia mai visto. Verso mezzogiorno lasciamo la "città dalle 1001 chiese" torniamo a Kars per caricare i bagagli e dirigiamo verso la spelndida valle di Igdir che ci condurrà fino al passo sotto Agri Dagi, Il biblico Monte Ararat. Nel tragitto rimaniamo affascinati dai colori di questa vallata, e non mi stupisco che nella Bibbia fosse descritta come il paradiso terrestre, prati verdissimi interrotti da rocce ocra poi alberi e fiori. Qualche kilometro di lavori in corso con un ghiaione terrificante ci mettono a dura prova, ghiaia sotto e anche sopra, sparataci addosso dai camion, mezz'ora di vero inferno. Da Igdir si inizia a salire in quota verso il passo sotto il monte Ararat, emozione a 1000 quando appare dopo il primo scollinamento, l'andatura aumenta involontariamente, vogliamo arrivare in vetta in fretta. Il pomeriggio è splendido e anche caldo nonostante un altitudine di oltre 2000 metri, in vetta il morale è a 1000, ci si abbandona anche a gesti inconsulti, chi fotografa sdraiato sulla strada, chi simula pieghe conla moto in cavalletto, chi mostra giornali di moto e chi scimmiotta rocky nella foto ricordo... beh veramente uno sballo! Ma la giornata non è finita, ora rotta all' Isak Pasha Saray, all'hotel ci penseremo dopo, ora c è la luce giusta e il tramonto si annuncia fantastico. Isak Pasha Saray è una fortezza di uno sceicco predone che dominava la valle e i viandanti erano spesso sue prede, la posizione domina la vallata di Dogubayazit e al tramonto il panorama è spettacolare. Ci concediamo una cena a base di ali di pollo (secche) poi scendiamo in paese alla ricerca dell hotel... che naturalmente troviamo. Una delle giornate più piene in tutti i miei viaggi!
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Giorno 7 11 settembre Dogubayazit - Lago Van km. 290
Torniamo all'Isak Pasha Saray, girovaghiamo un pò intorno, prendiamo qualche foto diurna poi prendiamo la strada per il confine iraniano, posizione strategica per foto con alle spalle il Piccolo e il Grande Ararat, foto di rito con tutti e 4 in formazione poi si parte per il Lago Van, strada fantastica, un passo a 2600mt e poi giù ancora verso i 1700 mt del lago Van, acqua azzurrissima giornata splendida e caldissima. Prendiamo il traghetto per Akdamar Island dove c'è una splendida chiesa Armena, un pò il simbolo del lago Van. Ci intratteniamo con delle famiglie locali chiacchierando con un inglese... arcaico e oziamo aspettando il tramonto che anche oggi si preannuncia fantastico.Le foto si sprecano, paesaggio stupendo e persone cordiali che si prestano all'obiettivo, un gran bel pomeriggio in mezzo a un remoto lago salato nell Anatolia orientale. Sfruttiamo al massimo le ore di luce, siamo ancora senza un tetto sulla testa... così dirigiamo verso Van e dopo una breve ricerca alloggiamo al Gayram Hotel, che poi verrà distrutto, come quasi tutta Van, dal terremoto di qualche anno dopo.
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Giorno 8 12 settembre Van - Mydiat Km. 550
Il piano della giornata è avvicinarsi il più possibile a Dyarbakir, decidiamo di circumnavigare il lago Van e passare per Bitlis, scelta azzeccata per via dell'antica Fortezza di Harran e di una splendida strada con paesaggi fantastici, i benzinai ci offrono il the e si intrattengono con noi. Arriviamo al cartello stradale di Batman e la sceneggiata stavolta è memorabile: si finge di volare con passamontagna nero e giubbotto aperto, la gente si ferma a guardare lo spettacolo e ride di gusto, cosa vuoi in buona compagnia ci si diverte sempre. Ora è la volta di Hasankeyf, una meravigliosa ansa sul Tigri con un villaggio abbarbicano sulla montagna: fantastico, foto su foto... ma intanto si fa tardi ed è quasi buio... tornare a Batman oppure proseguire per Mydiat? SI prosegue chiaramente ma non sapevamo che un bel pezzo di strada era con ghiaione, morale impieghiamo quasi 1 ora ed arriviamo in questo paese dimenticato da dio dove non c'era l'ombra di un hotel quando è buio pesto... e nessuno parla inglese! Il nervosismo inizia a serpeggiare, si pensa al sacco a pelo sotto a una tettoia, poi entro inun bar e chiedo: Hotel? Quello che poteva essere il capo del paese mi guarda, mi fa cenno di aspettare poi chiama un ragazzino e gli dice qualcosa, poi mi ordina di seguirlo. Esco informo la truppa dell'accaduto e seguiamo il ragazzo, al buio lui in bicicletta per una stradina ripidissima e disastrata, noi con le moto, arriviamo davanti a un portone, noi ci guardavamo con aria... atapirata, il ragazzino bussa e si aprono... le porte del paradiso: un Boutique Hotel di cui nemmeno la guida sapeva l'esistenza con un'ampio cortile per le moto e camere in stile ottomano dell 800, la serata è caldissima... ma dobbiamo risolvere ancora il problema della cena. E qui scatta il genio: al guardiano, un pò gesticolando e un pò a parole chiedo kebab da asporto, con la condizione che lo avremmo offerto anche a lui. un minuto dopo ho il suo telefono attaccato all orecchio e ordino 6/7 porzioni di kebab con coca cola. Cazzo... e ripeto cazzo... pensa positivo e ti si aggiusta sempre tutto: forse la serata più bella in tutti i miei viaggi.
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Giorno 9 13 settembre Mydiat - Diyarbakr km. 170
Giornata di conserva e relax, partiamo ad un'orario umano e ci fermiamo a far colazione a Mardin su una terrazza dove si vede tutta la pianura Siriana, il caldo si fa sentire, senza fretta dirigiamo verso Diyarbakr, siamo nel mezzo della zona Curda, le persone che si incontrano all'inizio sono un pò diffidenti poi si lasciano andare e anche qui sono molto cordiali. Non si tratta di una bellissima città ma una cosa va assolutamente visitata, e che a quanto abbiamo capito è il punto di ritrovo della città: il Caravanserraglio adiacente alla piazza centrale pieno di negozi, bar e sale da the, una roba spettacolare. Il tempo di qualche fotografia caratteristica nella vicina moschea e nello stesso caravanserraglio poi si pensa alla cena (stasera l'albergo era già stato fermato) I discorsi naturalmente vanno alla magica giornata precedente e un pò sulla piccola delusione di Diyarbakr... ma non sempre le cose vanno a 1000 in tutto e per tutto.
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Giorno 10 14 settembre Diyarbakr - Nemrut Dagi km. 200
Questa mattina è proprio una sveglia disumana: 6.30... poi per 200 km in tutto... no dai, dobbiamo arrivare al Nemrut prima che faccia sera quindi non bisogna correre rischi. Dopo una zona aridissima quasi desertica arriviamo a Siverek e prendiamo il bivio che porta al traghetto per attraversare il bacino dell'Eufrate, qui infatti il Grande Fiume assume le forme di un vero e proprio lago, contornato da montagne rocciose color ocra. La strada è scorrevole e nei dintorni molti greggi che talvolta invadono la strada con la massima indifferenza guaradndoci con aria direi... stupita. Nell'attesa del traghetto naturalmente si fanno foto, c'è un sacco di gente e qualcuno fa anche il bagno. Infiliamo le moto ad incastro, non ci starebbe neppure una bicicletta in più! La traversata è di 15 minuti poi dirigiamo direttamente per il Nemrut. Scarichiamo i bagagli in una pensione a caso, fermiamo le camere e via verso la vetta, entri nel parco con la moto, la parcheggi alla fine della strada asfaltata poi hai 20/30 minuti a piedi lungo un sentiero abbastanza impegnativo, per raggiungere il sepolcro di Antioco. Incontriamo una coppia svizzera over 70 anni che venivano dall'India, ammirazione incondizionata, spero che il mio futuro sarà come il loro. Dai 2200 metri del Nemrut domini tutta la parte sottostante dell'altopiano anatolico, al tramonto è un vero spettacolo. I ruderi sono uno ad ovest e uno ad est, quindi alba o tramonto è sempre ok. Le sculture di pietra a terra sono molto scenografiche e si prestano ad ogni tipo di inquadratura. Naturalmente al calar del sole rientriamo e ci godiamo la serata al bed and breakfast con una montagna di carne innaffiata da... coca cola! Siamo sulla via del ritorno e naturalmente i discorsi cadono sulle meraviglie viste finora, ci raccontiamo aneddoti e mi prendono un pò in giro sulla mia "scarsa reattività mattutina"... io direi nulla! Quando spengono le luci come d'incanto escono le stelle, sono tantissime e mi fermo per un pò a guardare il cielo
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Giorno 11 15 settembre Nemrut Dagi - Sanliurfa km. 150
Alle 8,30 partiamo, abbiamo problemi di benzina, infatti intorno al Nemrut si trova solo gasolio, ci dicono che a Khata la troviamo, procediamo di conserva per mantenere bassi i consumi e finalmente facciamo il pieno. Fa molto caldo, una piccola sosta alla grande diga di Ataturk per rinfrescarci e bere l'ìimpossibile poi proseguiamo per Sanliurfa, il caldo si fa insopportabile ma troviamo un fantastico 4 stelle con garage chiuso, piscina con colombi (!) ad un prezzo più che abbordabile: hotel Harran. Naturalmente subito in piscina, è il periodo più caldo della giornata e ce la sfanghiamo così per un paio d'ore. Verso le 4 del pomeriggio si va al tempio di Abramo, la leggenda dice dal solito cattivone di turno venne lanciato dalla montagna su dei ceppi ardenti ma Dio trasformo il tutto in un laghetto pieno di trote, che ora naturalmente è sacro. Uno può crederci o meno ma sono quelle cose che rappresentano il lato buono delle religioni,qui la gente ci viene, si distrae e non si mena, e credetemi non è poco. Subito ti rendi conto che qui la gente ci passa la giornata, è infattil'unico luogo fresco della città, e poi in tutta sincerità non è affatto male, salendo un poco la montagna (da dove avevano lanciato Abramo...) si gode di un panorama stupendo. Ceniamo in un ristorante panoramico vicino al tempio poi rientriamo in hotel e... vediamo la piscina senza acqua, ci viene detto che la devono pulire... forse i piccioni... in che cosa abbiamo nuotato???
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Giorno 12 16 settembre Sanliurfa - Goreme km. 590
Altra partenza da infarto, alle 7 30 già in sella, oggi un semplice trasferimento, da ricordare l'attraversamento del Tigri a Biricek e udite udite la migliore Baklava della Turchia in un rinomato bar di Gaziantep trovato senza GPS con un leggendario colpo di culo guardando solamente la mappa della Lonely Planet. Io che non amo i dolci devo dire però che quella era davvero speciale. Qui un'aneddoto, chiedo del bagno... un cameriere gentilissimo mi accompagna poi invece di andarsene rimane li a fissarmi mentre la faccio, io inizio a ridere perchè mi viene in mente la barzelletta di "Lo zet me zet" e lui mi guarda come dire, che cretino questo... vabbe! Proseguiamo senza intoppi fino a Goreme, all'arrivo come non fare una sosta a Pasabag? La valle dei camini di fata è sempre uno spettacolo, restiamo li un bel pò, il tempo continua ad esserci amico poi dirigiamo verso il centro città, Goreme ha qualcosa di Matera, case e roccie di tufo dopo qualche tentativo scegliamo un hotel per 2 notti nel centro città. Domani lo dedicheremo tutto a questi meravigliosi paesaggi.
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Giorno 13 17 settembre Goreme e Cappadocia
Trascorriamo l'intera giornata con la moto in jeans e maglietta e senza casco vagando per la cappadocia. Ci infiliamo per tutti i sentieri possibili. Uchisar, la valle di Ihlara, Urgup e cosi via... insomma un pò tutta la Cappadocia, Simone si concede qualche arrampicata ma noi stiamo in moto tuttoil giorno. Naturalmente le foto sugli sterrati si sprecano e la giornata passa velocissimamente. Oscar trova anche modo di acquistare un tappeto per Rhum, il suo cane. E' incredibile come qui, la strane forme delle rocce cambiano forma a seconda della luce nelle varie fasi del giorno, nel tardo pomeriggio, dopo aver messo le nostre ruote su quanto umanamente possibile, ci fermiamo sull'altura sopra Goreme e ce ne stiamo un pò li ad ammirare questa bellissima città pian piano divorata dalle ombre del tramonto. La sera una cena coi fiocchi nel miglior ristorante della città, si inizia a parlare del viaggio appena fatto e come si addice ai veri viaggiatori, si inizia a fantasticare sul prossimo! Fu così che partorimmo l'idea Iran o meglio Antica Persia, suona molto meglio.
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Giorni 14-15 18-19 settembre Goreme - Bolu - Istanbul km. 810
Lasciamo la Cappadocia con un pò di tristezza, la motor-day in assoluta libertà ha lasciato il segno, partiamo con calma per avvicinarci ad Istanbul, unica sosta prevista è il lago salato (Tuz Golu) nelle prossimità di Aksaray. Giusto mezz'ora per pendere qualche foto, il lago si raggiunge a piedi dalla strada principale che va verso Ankara. Tutto prosegue senza intoppi e arriviamo nel pomeriggio a Bolu, decidiamo di fermarci e trascorriamo la serata davanti ad una pizza locale. Il mattino successivo procediamo per Istanbul dove arriviamo nel primo pomeriggio, come sempre succede alla fine dei viaggi c'è il rilassamento generale ed anche un velo di malinconia, il pomeriggio lo trascorriamo a passeggiare poi una veloce visita al Palazzo del Topkapi, la sera cena sulla terrazza dell hotel poi.... foto con le moto in mezzo al parco fra Moschea Blu e Santa Sofia: momento top.
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Giorni 16-17-18 20-21-22 setttembre Istanbul - Grevena - Meteore - Igoumenitsa - Ravenna Km. 1.200
Il tempo non promette nulla di buono, già dopo un'ora di viaggio inizia una leggera pioggia a fasi alterne, che ci accompagnerà fino a Salonicco, ora acceleriamo pensando di arrivare fino a Igoumenitsa ma in prossimità di Grevena il diluvio. Così decidiamo la sosta è un cambio di programma, domattina vistita alle Meteore poi Igoumenitsa. Il temporale è stato improvviso e siamo fradici, asciugare tutto per la mattina dopo sarà un problema. La giornata sembra buona, dirigiamo verso Kalambaka e le Meteore, luogo di una bellezza unica, Finalmente riesco a vedere la Grande Meteora. Dall'alto si può amirare la più inaccessibile "Aghia Triada" location di 007 Solo per i tuoi occhi. Si pranza in un ristorante lungo la strada prima di ritornare sulla "Egnatia Odos" ricordo un'ottima carne e un caffè che orribile. Presso Ioannina ci sorpende un altro acquazzone, per fortuna brevissimo, Oscar trova il tempo di indossare una incredibile antiacqua rosso/arancio modello disinfestatore. Si arriva a Igoumenitsa, abbiamo 2 ore di cazzeggio per l imbarco previsto per le 22: foto, chiacchiere sul molo e... una poliziotta top (!). La notte si dorme, più o meno, al bar del ponte nr. 7, la mattina dopo al primo autogrill, dopo quasi 20 giorni un caffè decente!
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Le strade del Tour
Le strade sono quasi tutte ottime, salvo quando ci si imbatte in lavori in corso, in Turchia stanno incrementando le vie di comunicazione lavorando giorno e notte. Attenzione ai limiti di velocità, la polizia è inflessibile, ci siamo anche beccati una multa fra Amasya ed Erzurum, hanno i telelaser, oppure postazioni fisse e la polizia un kilometro dopo. La strada in Grecia che da Grevena raggiunge Kalambaka è uno spettacolo, curvoni larghi che invitano a dar gas. Guidare a Istanbul è a dir poco infernale, tutti vanno dove vogliono, quasi in assenza di regole. La "Egnatia Osos" è del tutto teminata, al momento completamente gratuita, da Igoumenitsa ti permette di arrivare al confine Turco in 6/7 ore, le aree di servizio sono fuori dall'autostrada, indicate e spesso visibili dalla strada.
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HIghlights & Lowlights
Questa volta tutto quello che abbiamo visto è interessante, la parte est è ancora poco battuta dal turismo di massa quindi la più affascinante anche da un punto di vista paesaggistico. Dovessi scegliere direi sicuramente Ani e la zona di Agri Dagi, in ogni caso vi consiglio il tour esattamente come l'abbiamo fatto noi. Altra raccomandazione il lago Van, un paesaggio stupendo e visitate assolutamente la Akdamar island. Di Istanbul e della Cappadocia penso sia inutile parlarne, li c'è turismo di massa ma sono luoghi talmente affascinanti che meritano comunque.
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Equipaggiamento
In Estate fa caldo, al sud molto caldo ed a chi non ha un doppio strato servirebbe abbigliamento traforato, ma in Anatolia si viaggia sempre sopra i 1000 metri quindi se cambia il tempo fa subito freddo, quindi meglio sopportare il caldo e portare giubbotto e pantaloni invernali. Il clima è continentale quindi la notte sull altopiano fa freddo. Mai dimenticare nastro americano, fascette e il necessario perpulire la catena, io avevo anche camere d'aria di scorta. Usare abbigliamento tecnico che si può lavare e dopopoco è asciutto e un antipioggia, poco spazio e molta resa.
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